“Quiet book” e Tradizione …

Un breve articolo su un tema che ai Lettori abituali di Hellenismo potrebbe sembrare alquanto ‘insolito’, se non addirittura ‘strano’ – pur essendoci dilungati molto su temi e meditazioni filosofiche, su ricostruzioni e ricerche in base alle fonti e sull’applicazione pratica di tutto ciò, forse si è data l’impressione di astrattezza e di mancanza di legame fra le meditazioni di cui sopra e la realtà effettiva in cui siamo immersi. Quindi, questo articolo potrebbe anche essere letto in questo senso: la Tradizione è ‘cosa di tutti i giorni’ e soprattutto va appunto tramandata ed insegnata correttamente anche ai più piccoli, in modo che possano poi crescere con tutti gli strumenti e le basi corrette per appropriarsi con fedeltà ed orgoglio delle proprie Radici. Infatti, come afferma il divino Platone: “se poi interviene una retta educazione ed istruzione, l’individuo, liberato dalla più grande malattia, diventa integro e perfettamente sano” (cf. commento al Timeo, V Libro, 9. L’educazione) Anche le anime dei più grandi sapienti, una volta giunte in un corpo, a causa delle sensazioni e della materia, subiscono qualcosa che può a buon diritto essere definita ‘malattia’, poiché il Circolo dell’Identico presente nell’anima ne viene scosso: “la sensibilità, colpita da tutti questi fenomeni, colpisce a sua volta l’anima dei bambini piccoli e li conduce all’impotenza e all’affanno” (per questo stesso motivo è la musica, ma solo un certo genere di musica, quella armonica e pitagorica, che può calmare il particolare affanno dei bambini piccoli) – “sia come sia, la sensazione sconvolge e disturba le rivoluzioni dell’anima immortale, incatena quella dell’Identico e scuote quella del Diverso.” Sappiamo che, secondo Platone e tutti i Sapienti, l’anima razionale esiste già nei bambini, non è qualcosa che si aggiunge in seguito; certamente, nei neonati vi è incatenata ed inattiva perché sopraffatta temporaneamente dalle potenze irrazionali, ma è presente e può essere aiutata a liberarsi dalle catene. In quale modo? Siccome non c’è differenza fra l’insensatezza irrazionale a livello di età o a livello di vita (un bimbo che si comporta in modo irrazionale a causa dell’età ed un adulto che si comporta in modo insensato sopprimendo la propria anima razionale, di solito a causa delle sensazioni e della medesima irrazionalità che colpisce il bambino, non sono affatto diversi), la modalità di liberazione è pressoché la stessa, con due significative differenze: l’adulto deve meditare, il bambino deve giocare; l’educazione dell’adulto deve passare attraverso la logica e la facoltà dianoetica, quella del bambino attraverso la sensazione (che è appunto più sviluppata in giovane età) che possa poi condurre alla conoscenza e non all’opinione. Per questo, l’idea dei libri tattili – o ‘quiet books’ – va nella giusta direzione, ma è ancora meglio veicolare dei simboli che rimandino alle divinità (non dimentichiamo che, nell’antichità, le bambole spesso avevano le fattezze delle Dee e che i bambini imparavano a scrivere iniziando con i nomi degli Dei, e questo non certo per caso!) – questo per l’intrinseca efficacia dei simboli, che appunto non sono invenzioni umane ma sono stati manifestati dagli stessi Dei, in modo che l’anima riconosca e ricordi quei segni che ha già visto quando ancora non si trovava in un corpo e che, tramite la memoria e la famigliarità che ogni anima possiede con essi, trovi in sé la forza di far prevalere la parte razionale, favorendo così la serenità interiore, il conforto del ricordo degli Dei, la consapevolezza che ogni forma che esiste nel Cosmo (fiori, alberi, api, farfalle, etc.) è legata ad Essi e che dunque il male è solo un’esistenza collaterale che non può durare. Detto questo e concludendo qui questa breve presentazione, arriviamo ad illustrare brevemente questo primo esperimento, nato appunto da queste riflessioni – tenete conto che si tratta appunto di un esperimento e che chi l’ha realizzato non ha grandi doti artistiche, il che del resto dimostra che è un progetto relativamente semplice da mettere in pratica e direi con risultati del tutto soddisfacenti!
Il tema è: la Triade Demiurgica, Zeus, Poseidone e Plutone – poiché questo è l’ordine dei tre Cronidi, anche il libro segue la stessa gerarchia, pertanto inizia dal primo Demiurgo, con rimandi atenaici e solari.

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La pagina sulla sinistra è notturna poiché “Demetra, come ogni forma di vita, così produce ogni nutrimento; e ha come modello la Notte- si dice infatti che la Notte sia la nutrice divina degli Dei, in modo intelligibile.” (Pr. in Crat. 404b) ed inoltre il Demiurgo, prima dell’intera Demiurgia, “è detto entrare nel santuario oracolare della Notte e, in conseguenza a ciò, si colma di intellezioni divine, riceve i principi della Demiurgia e, se è lecito dirlo, scioglie tutte le difficoltà, ed invoca il Padre perché lo aiuti nella Demiurgia. E’ infatti raffigurato dal Teologo nell’atto di rivolgersi alla Notte: O Madre, somma Dea, Notte divina, come, dimmelo, come bisogna che io, intrepido, dia inizio alla vita degli Immortali? E dalla bocca della Notte ascolta queste parole: Con l’Etere immenso circonda il Tutto e, nel mezzo, il Cielo [dentro la Terra infinita, dentro il Mare e, dentro, tutte le costellazioni che fanno al Cielo una corona] e dopo ciò viene istruito sulla Demiurgia complessiva del Tutto.”(in Tim. II 1. La preghiera). La pagina contiene anche rimandi atenaici, come si diceva in precedenza, poiché Atena è sempre strettamente congiunta al Padre; la presenza della Luna piena poiché nella Luna piena si onorano le tre Fanciulle e spesso poi cade il 15 del mese, giorno sacro alla Dea; le tre civette poiché sono il Suo animale sacro per eccellenza e in numero di tre perché Atena è Tritogenia e strettamente legata a questo numero (cf. Calendario religioso). La pagina di destra è invece solare e celeste, per indicare questi due regni visibili di Zeus ma anche per rimandare appunto alla simpatia universale; inoltre, gli uccelli sono sette, numero apollineo ed atenaico, mentre i raggi del Sole sono sei, ad indicare il numero di Artemide; per finire, i raggi sono campanelle, a veicolare l’idea della ‘musica apollinea’ e del Sole come Musico e della danza cosmica.
Terza e quarta pagina sono poi dedicate a Poseidone, mare profondo e riva del mare.
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Gli elementi su entrambe le pagine sono in numero di otto poiché “Poseidone protettore rappresenta l’ogdoade” (Stob. Peri Pyth. 1.20). Nella pagina a destra, inoltre, sono disposti a coppie poiché anche la diade appartiene a Poseidone – in più, appartiene anche alle divinità ctonie, quindi si può considerare una sorta di introduzione alle pagine dedicate a Plutone; con lo stesso intento si trova anche il Sole al tramonto, poiché l’occidente appartiene a Plutone (cf. epiteti). Inoltre, come mi ha rivelato l’amministratore del blog/pagina “amentetneferet“, il Sole rappresentato in quel modo è anche un simbolo di Osiride!
Arriviamo così alle ultime due pagine dedicate a Plutone, ossia alla Terra – aspetto ctonio.
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Sulla pagina a sinistra, una diade di serpenti, Agathodaimon e Zeus Meilichios – il simbolismo del serpente sull’albero è senz’altro ‘nostro’, tradizionale, ma mi è sembrato simpatico anche rendere il messaggio: “gli atei rifuggono dalla conoscenza, noi al contrario la desideriamo ardentemente e siamo devoti al Dio che la concede!” – e le mele sono 9 sia a simboleggiare il legame fra le Muse, la conoscenza ed i misteri, sia perché è un numero sacro alla Madre degli Dei. L’ultima pagina è decisamente ‘eleusina’, poiché al centro figura il ben noto fiore che si trova davanti al Ploutonion, il papavero perché è sacro a Demetra, e le tre spighe per simboleggiare la Triade Eleusina e la Triade generatrice di Vita; la spiga vera e propria, beh, viene proprio dal Telesterion e in quanto a sensazione tattile è splendida; i due raggi di Sole poiché “Demetra Eleusinia è la Diade”

Spero che i Lettori abbiano accolto con piacere questo piccolo esperimento – i vostri commenti e consigli saranno assai benvenuti! Vi terrò aggiornati sugli sviluppi!