“O Nemesi, ti celebro, Dea, somma regina …” ∼ II parte

Sul sito EreticaMente: “O Nemesi, ti celebro, Dea, somma regina …” ∼ II parte

Nemesi-di-Ramnunte-–-copia-romana-delloriginale-statua-di-culto-di-Nemesi-a-Rhamnous-in-Attica.-Napoli-Museo-Archeologico

 

“… ora ci volgeremo all’analisi teologica del Nome e di alcuni miti che La riguardano, iniziando dalla sua più alta manifestazione nell’ordine della Gerarchia divina fino ad arrivare alle sue Forme più evidenti e, per così dire, apprezzabili da tutti gli esseri umani, sia che essi si siano volti all’Eusebeia sia che abbiano scelto la via dell’ingiustizia e dell’ateismo, nelle sue molteplici e svariate apparenze. Come avevamo infatti anticipato nella prima parte di questo studio, Nemesi Adrasteia Rhamnousia è una Dea che, pur avendo ‘abbandonato’, a causa dell’ingiustizia prevalente in questa epoca, questo mondo sub-lunare in cui si trovano a dimorare le anime parziali, umane, tuttavia è anche una Divinità che sorveglia molto da vicino i pensieri e le azioni dei mortali, legandoli tutti a quella Ruota di cui detiene il dominio assoluto – bilancia, ruota e grifone, questi sono infatti gli attributi di Nemesi  …”

“Ζεὺς . . νέμει ὄλβον . . ἀνθρώποισιν – agli uomini assegna la felice prosperità lo stesso Zeus Olimpio” Od. 6.188; “Ζεὺς τά τε καὶ τὰ νέμει, Ζεὺς ὁ πάντων κύριος – Zeus comparte bene e male, Zeus di tutto sovrano” Pind. Isthm. V 63; “… Ζεὺς νέμων εἰκότως ἄδικα μὲν κακοῖς, ὅσια δ᾽ ἐννόμοις … – Zeus sorveglia entrambe le fazioni in questa disputa con bilancia imparziale, assegnando, come dovuto, ai malvagi le loro ingiuste azioni, e a coloro che rispettano il divino le loro opere di Giustizia” Esch. Suppl. 403). In questo senso, si dice: “coraggio, Zeus in cielo è ancora potente, ed Egli vede e governa ogni cosa. Lascia la tua grande ira a Lui – νέμουσα” (Soph. El. 176), con il senso di “assegna/affida a Lui il compimento della Giustizia”, perché l’ira contro i malfattori è un tratto caratteristico proprio di Zeus (cf. Zeus-Dike-Nemesi), cui coloro che hanno subito ingiustizia devono ‘affidare’ il compito di esigere il giusto ‘compenso’ (a questa forma di Zeus appartengono gli epiteti “ἀλάστωρ, ἀλιτήριος, τιμωρός” …

“Nemesi, invocata contro la superbia, che altro è se non il potere del Sole? Esso ha la proprietà di oscurare e sottrarre alla vista i corpi splendenti e di illuminare ed offrire alla vista ciò che è oscuro. Lo stesso Pan, che chiamano Inuo, sotto l’aspetto in cui è visibile, lascia capire alle persone più sagge di essere il Sole. Gli Arcadi venerano questo Dio chiamandolo “τὸν τῆς ὕλης κύριον” (il Signore della hyle= selva; materia), volendo intendere non il padrone dei boschi, ma il dominatore di tutta la materia universale che costituisce l’essenza di tutti i corpi, sia divini che terreni … amore e delizia di Inuo è ritenuta Ἠχώ (Ekho) che non si lascia vedere da nessuno, simbolo dell’armonia celeste, che è cara al Sole in quanto reggitore di tutte le sfere da cui essa nasce, e che tuttavia non può mai essere percepita dai nostri sensi.”

“infatti non vi è qui spazio per la crescita di tracotanza ed ingiustizia, di invidie e gelosie” (Leggi 679c) … E allora sull’Olimpo dalla terra dalle ampie strade, avvolti i bei corpi in bianchi veli, abbandonati gli umani, al gruppo degli Immortali si riuniranno Aidòs e Nemesi. E tristi dolori resteranno agli uomini mortali: al male non ci sarà riparo.” (Hes. Erga 190 e ss.) …  E se sono bianchi i veli dell’Aidòs e della Nemesi, è perché l’essenza di quelle si trova nella Luce. Sono Potenze Noeriche/Intellettive; e sono distanti dall’essenza atea e tenebrosa delle passioni. Perciò si celebra con inni l’Aidòs come divino timore (θεῖον φόβον), la Nemesi come messaggera di Dike (cf. Platone, Δίκης Νέμεσις ἄγγελος). Bene fece dunque Platone, richiesto di dire cosa mai si fosse aggiunto agli uomini del suo tempo, a rispondere: il non vergognarsi di essere viziosi. E che la Nemesi sia cosa divina lo dimostra il fatto che Essa appartiene agli Dei: “si sdegnò l’augusta Hera (νεμέσησε δὲ πότνια Ἥρη)” dice la poesia (Il. 8.198), mentre l’invidia resta al di fuori di ogni schiera divina.” (schol. Erga  200-201)

… un’altra forma di Nemesi, ossia Pax-Nemesis che, alata, avanza verso destra, con un caduceo alato nella mano sinistra che guarda in basso ad un serpente, tenendo un lembo di drappeggio sotto il mento con la mano destra: questa forma divina appare molto spesso sulle monete di età romana (PACIAVGVSTAE) , a ricordare che il rispetto delle Norme garantito dall’Impero e dall’Eusebeia dell’Imperatore proprio questo avevano concesso non solo a Roma ma a tutta l’Οἰκουμένη, tutto il Mondo Greco-Romano, il Mondo civilizzato in opposizione ai barbari ed ai loro costumi, e l’Imperatore era precisamente “ὁ ἀγαθὸς δαίμων τῆς οἰ.” ossia l’Agathos Daimon di tutto il mondo civilizzato.

LEGGI TUTTO …

Nemesi3

“O Nemesi, ti celebro, Dea, somma regina …” ∼ Iˆ parte

Sul sito EreticaMente: “O Nemesi, ti celebro, Dea, somma regina …” ∼ Iˆ parte

Nemesi

” … presentiamo ora ai Lettori di EreticaMente il quarto studio dedicato alle ‘serie’ della Giustizia, secondo la Teologia degli Elleni, concludendo in tal modo anche il tentativo di analisi delle quattro forme divine fondamentali celebrate da Orfeo nei suoi Inni (numero scelto, non casualmente, dal Teologo stesso: Nemesi, Dike, Dikaiosyne, Nomos – il primo e l’ultimo sono Inni ‘semplici’, il secondo ed il terzo sono ‘profumi’ (incenso), secondo le norme della Proporzione). Riprendendo brevemente dal “Commento al Timeo, Trattato sull’Armonia”, sappiamo infatti che tutta la vita cosmica, che discende da quella hypercosmica, è regolata dall’Armonia che si esprime grazie alle Leggi matematiche; inoltre, “la proporzione perfettissima che intercorre tra quattro termini, di quella cioè che viene propriamente chiamata ‘proporzione musicale’ … ”

“Lo scopo di questi approfondimenti è solamente quello di diffondere le ‘perle’ di Devozione e di Sapienza – visto che fra i due Principi non vi è alcuna differenza, come invece credono, a torto, alcuni studiosi contemporanei – degli Antichi e dei Maestri, in modo che i Lettori possano fruire del giusto “nutrimento”, senza guastare la loro salute con “cibi intellettivi” nocivi per la salute, secondo le istruzioni della “dieta di Demetra” che ha lo scopo di preservare, da un lato, il corpo, ma, dall’altro, anche lo spirito, per evitare di cadere nell’ “elemento oscuro e ateo” che allontana dai beni e dalla pienezza della gioia che gli Dei desiderano sempre offrire a piene mani a tutti gli “Amanti della Realtà Divina”…”

” … essendo Nemesi Colei che sorveglia soprattutto il Logos, e se quanto viene detto è pronunciato secondo Verità (Aletheia, una di quelle divinità che risiedono, con Adrastea, nel Luogo Iperuranio) e Giustizia (Dikaiosyne e Dike universale), ci sembra doveroso cominciare tutta la nostra meditazione su di Lei proprio rendendoLe omaggio attraverso le parole del Teologo. Del resto, come abbiamo sempre cercato di ricordare in ogni scritto dedicato all’indagine della Realtà Divina, l’interpretazione delle dottrine riguardanti gli Dei non può che iniziare onorando proprio Coloro che permettono un avvicinamento alla Luce che da Essi promana, Luce che è anche quella della stessa Filosofia. Dunque, introduciamo qui le “noeriche parole” del Sapiente per eccellenza, il figlio della Musa “la cui sapienza inizia ai Misteri”, cercando anche di cominciare a notare alcuni dettagli che ci serviranno nel seguito dei nostri ragionamenti….”

LEGGI TUTTO …

wpf6c29e65_05_06

EreticaMente: “Dikaiosyne – Bilancia e Spighe”

Sul sito EreticaMente: “Dikaiosyne – Bilancia e Spighe”

Nessuno dei poeti di quaggiù ha mai cantato né mai canterà in modo degno il Luogo Iperuranio … l’Essere che realmente è, senza colore, senza forma ed invisibile, che può essere contemplato solo dall’Intelletto timoniere dell’anima ed intorno a cui verte il genere della vera conoscenza, occupa questo Luogo … e nel ciclo che compie vede la Dikaiosyne in sé, vede la Sophrosyne in sé, vede l’ Episteme … quella Scienza che si fonda su ciò che è veramente Essere.” (Platone, Fedro 247 b-d)

“non senza ragione ebbe questi tre nomi: Dikaiosyne assoluta, Sophrosyne assoluta, Episteme assoluta. Tramandandosi infatti tre Notti presso Orfeo … afferma che la prima dà oracoli, cosa propria dell’Episteme [“la Scienza fa splendere le conoscenze sugli Dei” = gli oracoli; cf. Pr. Theol. IV 44], chiama quella di mezzo venerabile, prerogativa della Sophrosyne, e dice che la terza, Dikaiosyne, partorisce [divide e distribuisce perché “la Giustizia è garante della distribuzione dei beni in base al merito” Theol. IV 45] (Herm. in Phaedr. 247)

“Demetra, come ogni forma di vita, così produce anche ogni forma di nutrimento. Ed è per questo che ha la Notte come Modello, che è chiamata l’immortale nutrice degli Dei; ma la Notte è tale a livello intelligibile. Infatti, secondo l’Oracolo, l’Intelligibile è nutrimento per gli ordinamenti Intellettivi degli Dei.” (Proclo, in Crat. 92.10)

Anima antica unita al vigore di un corpo, Glauco mescolò anche un alto senso della misura alla bellezza (καὶ κάλλει κεράσας κρείττονα σωφροσύνην) e mostrò a tutti gli uomini mortali i luminosi riti di Deò (ὄργια πᾶσιν ἔφαινε βροτοῖς φαεσίμβροτα Δηοῦς) per nove anni, al decimo raggiunse gli Immortali. Diceva che bello è il Mistero disceso dai Beati …” (IG II2 3661)

LEGGI TUTTO …